🇨🇴 Colombia

La Colombia è il mio primo stato sud americano visitato, quindi potete immaginare l’emozione. Parto con la guida nella mano sinistra e con il libro Cent’anni di solitudine nella destra. Questo viaggio prevede bus organizzati e auto private con conducente, quindi non abbiamo mai preso mezzi pubblici per spostarci. Si svolge a cavallo tra il 2015 e il 2016 in compagnia di altre 6 persone.

SCHEDA DI VIAGGIO
Giorni 16 giorni 29/12/15 – 14/01/16
Compagnia Iberia – voli internazionali Avianca – voli domestici
Valuta Peso colombiano (COP)
1 € ≅ 3600 $
I bancomat accettano le carte estere
Lingua Spagnolo Inglese parlato molto poco
Religioni 87% Cristiani
Fuso orario -7hh con ora legale italiana -6hh con ora solare italiana
Visto NO
Salute Nessuna vaccinazione
Elettricità 110V A, B – necessario adattatore
Internet WIFI gratis negli alberghi pochi WIFI liberi per la città

Popolazione: I colombiani che vivono sulle Ande si differenziano da quelli che vivono lungo la costa. I primi sono più schivi e soprattutto chi vive a Bogotà va sempre di corsa, i secondi invece sono più rilassati, calmi e solari, difatti i ritmi quotidiani sono dettati dal clima. La gente parla quasi esclusivamente spagnolo e in generale sono cordiali, a parte qualche caso isolato come è capitato a noi con un autista molto cafone. La sicurezza è migliorata tanto difatti non abbiamo mai avvertito momenti di tensione se non la notte di capodanno a Bogotà, ma è stato un caso particolare per via della festività. Le altre sere è sempre stato tranquillo, basta evitare quartieri malfamati (fatevi suggerire dagli albergatori le zone da eludere). Il traffico di cocaina è isolato nelle zone amazzoniche, mentre il contrabbando di benzina avviene per lo più al confine col Venezuela, ma le operazioni di rifornimento avvengono in molta tranquillità e quotidianità.

Costi: I prezzi sono spesso contenuti, difatti per una buona cena si spende sugli 8-11€. Nei luoghi prettamente turistici i souvenir possono costare di più, ma potete contrattare il prezzo (ad esempio ho acquistato due bellissime amache pagandole 12€ l’una). Anche il pernottamento è economico, dormire negli alberghi caratteristici costa 25-35€ a camera doppia, mentre per quelli più semplici si spende sui 13-18€.

Clima: Il clima è sempre lo stesso per tutto l’anno, ma varia a seconda dell’altitudine e si divide sostanzialmente in due stagioni: estate sulla costa e nei bassipiani, primavera sulle Ande (fino ai 3000mt). Bogotà ad esempio è l’eterna primavera fresca con temperature sui 19 gradi e posizionata a 2600mt di altitudine. La stagione delle piogge interessano un po’ tutta la nazione da maggio a ottobre, tranne che per la costa dove è sempre estate.

Cibo: I piatti tipici colombiani sono appetitosi e completi. Sulla costa si mangia prevalentemente pesce e crostacei, mentre nell’entroterra si trovano piatti di carne accompagnati da riso, fagioli, patate e platano fritto. La carne suina e bovina è quella più consumata e spesso viene cotta arrosto (Asado), la minestra di pollo e patate è chiamata Ajiaco. Per strada si vendono spessissimo i Buñuelos e le Arepas. I primi sono delle palline fritte al formaggio, le seconde sono delle frittelle fatte di granoturco e formaggio fuso…..squisite! Infine suggerisco di assaggiare vari tipi di frutta tropicale poiché è deliziosa, dolce e fresca, dalla quale ne ricavano sempre ottimi succhi naturali. Vi consiglio di provare il jugo de lulo, un frutto esotico vitaminico e buonissimo! In alcune regioni della Colombia potrete trovare il Quesillo, un formaggio fresco conservato nella foglia di platano.

Cosa ho visitato: Nella seguente mappa che ho realizzato trovate tutte le tappe con i luoghi e i punti di interesse. Le icone blu rappresentano i mezzi presi, quelle gialle gli alberghi, mentre le icone viola e verdi sono le attrazioni visitate:

PROGRAMMA
Giorno Tratta Mezzi Alberghi Valutazione
Roma – Madrid Aereo + Metro Madrid B&B Airport 2/5 – Scomodissimo per raggiungere centro e aeroporto stesso
Madrid – Bogotà – Villa de Leiva Aereo + Bus privato Villa de Alcalà 4/5 – Camere ampie ma rumorose, atrio centrale con amache
Villa de Leiva – Bogotà Bus privato Hotel San Francisco 2/5 – Buona posizione per il centro ma alcune camere pessime e rumorose
Bogotà – Neiva – San Augustin Aereo + Bus p. Hospedaje Andino 4,5/5 – Ottime stanze e location, buona colazione
San Augustin Bus privato
San Augustin – Neiva – Bogotà – Santa Marta Bus p. + Aereo + Bus p. Hotel Bella Suiza 2/5 – Pessimo trattamento, camere piccole con camerate
Santa Marta – Riohacha – Cabo de la Vela Bus p. + Auto 4×4 Refugio Pantu 4/5 – Rifugio basico con camere in legno e bagno in comune. Ottima cena
Cabo de la Vela – Taroa – Punta Gallina Auto 4×4 Hospedaje Luzmila 3,5/5 – Rifugio basico con poche camere, molte amache e bagno in comune
Punta Gallina – Manaure – Santa Marta Auto 4×4 Hotel San Miguel Imperial 4,5/5 – Pulito, silenzioso, moderno e vicino al centro
10° Santa Marta – Parco Tayrona A piedi Refugio Tayrona 4,5/5 – Pulito, silenzioso, accoglienti e vicino al parco
11° Santa Marta – Aracataca – Mompos Bus privato Hotel Casa de España 5/5 – Caratteristico, camere enormi, amache e piscina
12° Mompos A piedi + Scafo
13° Mompos – Cartagena Bus privato Hotel Villa Colonial 4,5/5 – Caratteristico, cordiali, pulito e comodo
14° Cartagena A piedi
15° Cartagena – Bogotà Aereo Hotel San Francisco
16° Bogotà – Madrid – Roma Aereo + Metro

Giorno 1: Il piano voli è un po’ fastidioso in quanto ci fa perdere un giorno di vacanza, difatti dormiamo una notte a Madrid e passiamo la serata girando la città piena di vita e cenando in un buon locale un po’ spartano. Poi a letto presto ci aspetta un lungo viaggio.

Giorno 2: Atterriamo a Bogotà puntuali nel pomeriggio e cambiamo i soldi in aeroporto nella valuta locale. Fuori c’è già il nostro autista gentilissimo e serio che ci scorta subito alla prima tappa del tour che raggiungeremo direttamente per dormire, Villa de Leyva. Ci attendono 4 ore in bus ed è già buio, decidiamo quindi di cenare velocemente per strada a una specie di bancarella annessa ad una abitazione di un paio di signore che cucinano arepas. Che dire, erano favolose… Prima di raggiungere la città coloniale breve sosta a Tunja semi deserta ma ben illuminata per le festività natalizie. Arrivati in albergo si pensa solo alla doccia e dormire per recuperare dal jet lag.

Giorno 3: La sveglia è impostata alle 7.30 del mattino, ma il fuso orario fa aprire gli occhi a me e al mio compagno di viaggio alle 5.45, perfetto per vivere l’alba e la quiete in solitaria nel piccolo paese coloniale. Facciamo una prima colazione in un piccolo bar locale e in seguito facciamo un giro per le stradine e la piazza principale. La luce è particolare così come il sorgere del sole e godiamo del lento risveglio della cittadina. Raggiunti gli altri compagni di viaggio, facciamo la seconda colazione tutti assieme e iniziamo la visita a piedi. Arriviamo a Plaza Major, una vasta piazza in pietra circondata da case coloniali e dalla grande chiesa Nuestra Señora del Rosario. Girovaghiamo per le strade di Villa de Leyva per ammirare ogni angolo e caratteristica che la cittadina offre, troviamo un carretto colorato tipico e alcune donne che vestono ancora tradizionale. Solo a fine viaggio mi rendo conto che lì vicino non ci hanno portato alla Casa di Terracotta, una casa di 500 m² considerata il pezzo di ceramica più grande del mondo. Se potete visitatela.
Il tour prosegue con la seconda città coloniale, Ràquira, più moderna, con un piccolo parco centrale grazioso e alcuni negozi di oggettistica artigianale. In seguito arriviamo a Chiquinquirá dove è presente la Basilica de Nuestra Señora, niente di entusiasmante. Ne approfittiamo per pranzare con ottime arepas e frutta dolcissima e ci dirigiamo verso Zipaquirà per ammirare la grandissima Cattedral de Sal del 1991, costruita nelle miniere di sale della zona. La giornata si conclude con il rientro nella capitale dove ci attende un capodanno tristissimo: la città è tutta chiusa, per strada molte persone non di bell’aspetto e molti ubriachi (l’albergatore ci spiega che le uniche ferie per i colombiani sono a Natale e capodanno e quindi sono tutti via). Cerchiamo qualcosa per cenare e ci accontentiamo di un fast food, l’unico aperto. La stanchezza prende il sopravvento e poiché ci sentiamo insicuri a camminare, torniamo in albergo per recuperare le forze per il lungo viaggio che ancora ci attende.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Giorno 4: Al mattino torniamo in aeroporto per volare verso la città di Neiva, con destinazione finale a San Agustìn che raggiungiamo a bordo di due auto private. Il tragitto è molto piacevole, percorriamo un lungo tratto di Panamericana con paesaggi rigogliosi con vista sulle Ande. Prendiamo possesso delle camere e successivamente ci accompagnano nelle zone paesaggistiche degne di visita. Prima tappa al Estrecho del Rio Magdalena, il punto più stretto di uno dei fiumi colombiani più importanti. In seguito ci portano al Salto del mortiño, una cascata che precipita per 200mt. Sulla strada del ritorno ci fermiamo alle piantagioni del caffè, vaste e verdissime e infine ci mostrano la pianta della coca spiegandoci il processo di estrazione per arrivare a ottenere la cocaina.

Giorno 5: Questa si rivela essere la giornata più bella della vacanza, alla scoperta del poco conosciuto Parco Archeologico di San Agustìn, patrimonio mondiale dell’UNESCO! E’ il più grande gruppo di monumenti religiosi e sculture megalitiche (500 statue trovate) del Sud America ubicato in un paesaggio selvaggio. La visita si suddivide in due parchi: Alto De Los Ídolos e Alto De Las Piedras dove è si trovano monoliti di roccia vulcanica di Dei e animali mitici sapientemente scolpiti in stili che vanno dall’astratto al realismo. Opere d’arte come figure antropomorfe, simboli di natività, aquile, giaguari e serpenti che mostrano la creatività e la fantasia di una cultura andina settentrionale che fiorì dal 1° al 8° secolo!

Giorno 6: Questo giorno è interamente dedicato agli spostamenti. Da San Agustìn torniamo indietro in auto verso Neiva, volo per Bogotà e, dopo qualche ora di attesa in aeroporto, altro volo per atterrare a Santa Marta. Siamo passati dalla primavera all’estate in un’ora e mezza di volo. Arriviamo in albergo in serata e facciamo un giro in città, piena di vita e di turisti. Ceniamo in un ristorante italiano con una ottima pizza napoletana e poi a letto.

Giorno 7: Da qui in poi percorreremo parecchi km in auto. Arriviamo a Riohacha per una rapida sosta pranzo e per cambiare il nostro mezzo di trasporto. La regione dell’alta Guajira che dovremo raggiungere è una zona arida e spesso sabbiosa, perciò avremo bisogno di auto 4×4. Sui cigli delle strade incontriamo spesso dei venditori di meloni e frutta esotica su delle carrette di fortuna. Giungiamo a un piccolo paese “strategico” per fare benzina, Uribia, una delle ultime città prima del confine con il Venezuela. Qui c’è un alto traffico di benzina da contrabbando ed è qui che faremo rifornimento. Tantissime taniche in ogni angolo della strada e tantissima gente a rifornirsi con tubi e imbuti.
La strada si fa sterrata e nel primo pomeriggio arriviamo alla nostra meta, Cabo de la Vela, in un rifugio sul mare con delle semplici stanze di legno isolate l’una dall’altra. Qui le correnti sono molto forti e fare il bagno è improponibile, nonostante il mare sembri calmo. Ci rechiamo dunque in una spiaggia rossa balneabile accanto a un promontorio, il Pilon de Azucar. In seguito ci spostiamo verso Playa Ojo de Agua e Piedra Tortuga (niente di che paesaggisticamente parlando) e raggiungiamo il faro dove ci aspetta un discreto tramonto. Prima di coricarsi, ci viene servita una ottima cena a base di pesce arrosto.

Giorno 8: Con i fuoristrada ci spingiamo verso il punto più a nord dell’america latina, Punta Gallina. Il paesaggio diventa sempre più desertico e inospitale, incontriamo spesso foreste di cactus molto alte alternate a distese di terra arida. Le persone che incontriamo sono sempre meno e per lo più bambini poverissimi che cercano di fermare il passaggio delle auto per elemosinare per lo più dolci e acqua. Sconsiglio vivamente, per il bene di questi bambini, di donare loro dolciumi per evitare di ammalarsi di diabete precocemente. Dopo aver macinato parecchi km a passo d’uomo per via delle strade, giungiamo finalmente alla prima tappa, la spiaggia della duna Taroa. Molto divertente rotolarsi su questa alta collina sabbiosa che si riversa sul mare. Il tempo di un bagno e di rilassarsi che ci dirigiamo al Faro Punta Gallina. La giornata termina ad un rifugio vicino Bahia Hondita, un luogo spartano isolato da tutto dove si pernotta prevalentemente sulle amache tutti assieme. La notte è sgombra dalle nuvole e il cielo è una polvere di stelle, stupendo.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Giorno 9: La mattina salpiamo per una gita in motoscafo che ci porterà a una penisola della Guajira ove possibile fare il bagno. Ci troviamo dall’altro lato della baia dove ad aspettarci ci sono i fuoristrada che da questo punto ripartono per percorrere la strada più breve del ritorno. Unica visita della giornata sono le saline di Manaure, ampie vasche bianche e rosa lungo la costa. La giornata si conclude con una ottima cena e un buonissimo succo consumati in una piccola locanda all’aperto, il Mi Ranchito, di fronte al nostro rifugio e vicino al Parco Tayrona.

Giorno 10: Questa giornata viene spesa all’interno del Parco Nazionale Naturale Tayrona. La biglietteria all’ingresso è qualcosa di snervante, una coda infinita di attesa già dalle prima ore del mattino. Noi siamo stati fortunati che il nostro albergatore aveva prenotato il giorno prima i nostri biglietti. In questo parco è possibile campeggiare ed è composto da una fitta vegetazione e da tre spiagge. Saltiamo la prima spiaggia e dopo un piccolo trekking, durante il quale si sentono le scimmie urlatrici gridare, giungiamo alla spiaggia La Arenilla. L’acqua qui è calma grazie anche ai frangiflutti, la spiaggia è lunga e stretta con alle spalle una generosa vegetazione caraibica, palme e cocchi. Dopo qualche ora di relax ci dirigiamo alla terza spiaggia affollata, La Piscina c’è una piccola penisola ove scattare qualche foto e due spiagge a mezzaluna che si incontrano. Subito dopo pranzo decidiamo uscire dal parco percorrendo il tragitto all’interno della Sierra Nevada passando così dalle rovine del Pueblito considerate una versione ridotta della Ciudad Perdida, ove incontrare la popolazione indigena pre-ispanica dei Tayrona. Il trekking è leggermente impegnativo ed umido data la generosa vegetazione tropicale, tutti ci dicono che sono necessarie due ore per arrivare all’uscita, ma non ci capacitiamo come sia possibile, perché noi arrivammo solo all’imbrunire!

Questo slideshow richiede JavaScript.

Giorno 11: Lasciamo Santa Marta per spingerci nell’entroterra. Facciamo una sosta alla cittadina di Aracataca (alias Macondo) per far visita alla Casa Museo di Gabriel García Márquez, il più grande scrittore colombiano. Raggiungiamo infine la meravigliosa cittadina coloniale patrimonio UNESCO di Mompox. La città è una bomboniera e girovagare è un vero piacere. Stupende esternamente le chiese di Santa Barbara, San Francesco e dell’Immacolata Concezione, interessanti il portale del cimitero monumentale interamente bianco e il municipio.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Giorno 12: La mattina facciamo ancora qualche giro per le strade e successivamente gita su delle barchette per navigare l’intreccio dei fiumi Magdalena e Cauca. La distesa d’acqua è immensa, piena di vegetazione e prolifera di gazze bianche, cormorani, aquile e cavallette colorate. Rimaniamo piacevolmente colpiti da questa città e sono contento di festeggiare i miei 30 anni qui con una torta iper zuccherata comprata in una pasticceria di fortuna :). Ahimè è ora di “levare le amache” e proseguire il viaggio alla scoperta di Cartagena.

Giorno 13: Cartagena de Indias è una città coloniale patrimonio UNESCO, colorata e piena di vita. Questo giorno lo dedichiamo alla visita delle varie attrazioni. Oltre agli edifici, piazze e chiese coloniali, troviamo una scultura di Botero e donne vestite con indumenti tipici colombiani vendere frutta tropicale, borse e cestini colorati. Nel pomeriggio visitiamo il Castillo de San Felipe de Barajas, una massiccia fortezza piena di cunicoli ubicata sul colle si San Lázaro in una posizione strategica. Successivamente prendiamo un taxi per salire fino al Convento de la Popa ubicato sulla omonima collina. Il convento non è niente di che di per sé, ma offre una vista eccezionale sulla città, specialmente al mattino. Sconsigliatissimo raggiungere il convento a piedi in quanto si percorre una zona malfamata molto rischiosa.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Giorno 14: Avendo visitato in lungo e in largo, di giorno e di notte Cartagena, decidiamo di andare al mare con un bus organizzato nella bellissima spiaggia di Playa Blanca distante 45mm dalla città. La spiaggia e il mare sono molto belli e tutto è ben organizzato, pranzo incluso. In serata abbiamo il volo che ci riporterà nella capitale.

12552505_10208717040904602_854934922914509492_n

Giorno 15: L’ultimo giorno a Bogotà lo dedichiamo ai due musei più importanti. Il primo è il Museo Botero gratuito e ricco di quadri colorati e sculture dalle loro famose forme dilatate. Il secondo è il Museo del Oro del Banco Colombiano, una vera a propria cassaforte di oggetti e gioielli finemente lavorati completamente di oro.
Ne approfittiamo per fare un giro della città che rispetto alla notte di capodanno ci sembra un altro posto: gente d’affari di corsa, ristoranti e negozi aperti e molta gente in strada. Percorriamo il quartiere Candelaria e raggiunta Plaza Bolivar torniamo indietro al nostro albergo per prepararci alla partenza.

Giorno 16: Siamo ormai al rientro, ma anche per il ritorno abbiamo parecchie ore di attesa per lo scalo Madrid-Roma. Per non restare in aeroporto facciamo un salto in città, fa freddo e pioviggina, decidiamo quindi dii visitare il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia dove troviamo il famoso Guernica di Picasso e alcuni quadri di Dalì. Infine museo per museo, pranziamo con una abbondante paella presso il Museo del jamon. E’ ora di tornare a casa. Gracias Colombia, a la orden!

Conclusioni: La Colombia è il secondo stato più grande dell’America latina e vedere tutto in 16 giorni è impossibile. Per gli amanti del trekking sarebbe interessante arrivare fino alla Ciudad Perdida o spingersi fino alla zona amazzonica, ma per entrambi servono parecchi giorni in più. Personalmente parlando l’estremo nord della nazione a me non è piaciuto molto, quindi consiglio di risparmiare la fatica del viaggio nei 4×4 per arrivare fino alla Guajira a beneficio di una visita a un’altra città come Medellin/Barranquilla, o arrivare fino alla cittadina di Ipiales per ammirare il santuario di Las Lajas. Per chi non può fare a meno del mare caraibico paradisiaco invece, consiglio l’isola di San Andres di fronte al Nicaragua.


2 risposte a "🇨🇴 Colombia"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...