🇲🇲 Myanmar

Un breve ma intenso viaggio di 12 giorni in Birmania. Il regno di Bagan, un posto magico e infinito. La vita sul Lago Inle tra palafitte e coltivazioni galleggianti. Migliaia di stupa a Kakku, le pagode dorate, la gente birmana, i sorrisi e la magia di questa terra. Ci siamo trovati nel periodo del festival dell’acqua e del capodanno birmano. E’ la fine della stagione secca anche se abbiamo trovato due giorni di pioggia per via di una perturbazione dal nord che ci inseguiva.

SCHEDA DI VIAGGIO
Giorni 12 giorni 14/04/17 – 25/04/17
Compagnia Internazionali: Kuwait Air e Air Asia Domestico: Mann Yadanarpon Airline
Valuta Valuta ufficiale: Kyat birmano (MMK)
Valuta accettata: Dollaro statunitense (USD)
1$ ≅ 1350 Kyat
I dollari devono essere in perfetto stato senza scritte, pieghe e taglietti. La carta di credito è accettata solo nei ristoranti e negozi turistici
Lingua Birmano Inglese parlato nei luoghi turistici
Religioni 89% Buddhisti 4% Cristiani e 4% Islamici
Fuso orario -4.30hh con ora legale italiana -5.30hh con ora solare italiana
Visto SI 50$ (evisa.moip.gov.mm)
Salute Nessuna vaccinazione obbligatoria
Elettricità 230V C e F (senza adattatore)
D e G (adattatore)
Internet WIFI gratis negli alberghi  Ottima connettività 4G con SIM locale

Prima di partire: E’ importante sapere che per entrare nei monasteri, templi, pagode, stupa e qualsiasi luogo sacro, è obbligatorio camminare a piedi nudi (senza calze) e vestirsi in maniera decorosa: indossare pantaloni che coprano le gambe almeno fino al ginocchio e magliette che nascondino le spalle (no canottiere). Inoltre è buona norma ed educazione nella cultura birmana, evitare di toccare qualsiasi persona sulla testa (soprattutto bambini); non puntare i piedi e mostrare la pianta a chi ci sta di fronte (soprattutto nella preghiera dove tutti sono seduti sul pavimento, meglio nascondere i piedi sotto il proprio corpo o sedersi inginocchiati). Infine non baciarsi in pubblico, non indicare con la mano e non disturbare la meditazione e la preghiera.
L’alfabeto birmano è veramente complicato. Tutte le lettere sono circolari perché all’epoca scrivevano su foglie di palma e per evitare che si lacerassero con caratteri verticali e orizzontali, tutte le lettere erano rotondeggianti. Ad ogni modo potrebbe essere utile riconoscere i numeri dei prezzi esposti e delle banconote, anche se molto spesso sono indicati anche con caratteri occidentali:

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
thoN ŋya tit nhit’ thouN léi ŋa chauk kouN nhit’ chit ko

Per conoscere meglio questo paese, ci sono tanti libri interessanti se vi piace la lettura. Attualmente sto finendo di leggere Lettere dalla mia Birmania un libro composto da un insieme di lettere e racconti scritti dal Premio Nobel per la Pace ’91, Aung San Suu Kyi. Suggerisco anche: Il palazzo degli specchi, Giorni in Birmania, Liberi dalla paura, Il ragazzo che parlava col vento.

Popolazione: Dopo 36 viaggi in giro per il globo posso dire che i birmani e gli iraniani si giocano il primato come migliore popolazione al mondo. Sempre sorridenti, accoglienti, con il saluto facile e pronti a chiedere di scattare una foto con gli occidentali. Non abbiamo mai avvertito momenti di tensione e di insicurezza, e sarà impossibile che veniate derubati di qualcosa. Un altro aspetto che mi è piaciuto, e che spero rimanga così negli anni a venire, è il modo di vestire, difatti sia uomini che donne indossano il longy, una gonna tipica birmana a forma di lenzuolo chiuso che si infila e annoda per tenerlo saldo alla vita.

Costi: La vita in Myanmar costa molto poco, anche se anno dopo anno tutto inizia a diventare più costoso in quanto per il turismo stanno aumentando i prezzi. Tuttavia si mangia ancora con 8/10 euro per due portate. Per i souvenir è sempre bene contrattare, alcune volte potete arrivare addirittura a chiedere il 50% in meno del prezzo di partenza. Il costo per una camera doppia, in alberghi da 4 e 5 stelle, varia dai 25 ai 35 dollari a testa con colazione internazionale inclusa.

Clima: Il clima si divide sostanzialmente in due stagioni: quella secca e quella piovosa. Noi siamo andati a fine stagione secca nel periodo del capodanno birmano. Aprile è il mese più caldo dell’anno dove festeggiano per 3 giorni per il Water Festival. Questa festa coincide spesso con gli unici 2 o 3 giorni di pioggia di Aprile che sono il preludio alla stagione monsonica. Difatti noi abbiamo beccato questa perturbazione che ci ha rovinato i primi due giorni a Mandalay. Nonostante la perturbazione che abbassa di qualche grado le temperature, si va comunque in giro con scarpe aperte, pantaloncini e magliette corti. Fa caldo! Al lago Inle e a Pindaya potrebbe servire una felpa leggera.

Cibo: Da amante della cucina orientale, mi sono trovato a mio agio con le pietanze tipiche del posto. Se mangi il cibo loro ti viene a costare tutto molto poco e soprattutto… lo cucinano bene ovunque. Contrariamente a quello che si pensi, non è tutto solamente fritto, ma c’è varietà nei loro piatti e troverete anche pietanze con pesce. I piatti tipici sono sempre a base di riso o noodle che possono essere saltati con verdure e vari tipi di carne o pescato. Il cibo birmano è un misto tra il cinese e il thailandese quindi non si può sbagliare, molto buone sono le zuppe (in particolare di zucca). I piatti di carne sono simili tra loro, in genere sono a tocchetti con verdure ed anacardi. Per i più temerari potete provare formiche, cicale e pipistrelli.

Cosa ho visitato: Nella seguente mappa che ho realizzato trovate tutte le tappe con i luoghi e i punti di interesse. Le icone blu rappresentano i mezzi presi, quelle gialle gli alberghi, quelle arancio dove abbiamo mangiato, mentre le icone verdi sono le attrazioni viste:

PROGRAMMA
Giorno Tratta Mezzi Alberghi Valutazione
Roma – Kuwait – Bangkok Aereo
Bangkok – Mandalay Aereo – Bus Hotel Marvel  5/5 – Belle camere. Ristorante interno buono. Colazione ottima
Mandalay Bus – Traghetto
Mandaly Bus – Motoscafo
Mandalay – Bagan Bus Amazing Bagan Resort  5/5 – Eccellente con ampie camere e piscina. Ottima colazione
Bagan Bus
Bagan – Pindaya Bus Golden Cave Hotel  4/5 – Semplice ma carino. Qualità del sonno media
Pindaya – Lago Inle Bus Paradise Hotel  4/5 – Belle camere bungalow. Colazione scarsa
Lago Inle Barca
10° Lago Inle – Yangon Bus – Aereo RGN City Lodge  3,5/5 – Buona posizione. Colazione scarsa
11° Yangon A piedi – Bus
12° Yangon – Bangkok – Kuwait – Roma Aereo

Giorno 1 e 2: Piano voli pessimo, con scali in Kuwait, Bangkok, cambio di aeroporto a Bangkok e ultimo volo per Mandalay. Per via del cambio aeroporto non siamo neanche riusciti a fare una capatina nella capitala thailandese. Ad ogni modo il trasferimento tra aeroporti è gratuito se si prende il servizio shuttle dedicato (maggiori info qui) e il volo con la low cost Air Asian è basso (50/60€ circa).
Arrivati a Mandalay il secondo giorno, siamo già nel bel mezzo della Festival dell’Acqua di Thingyan difatti per le strade la popolazione si diverte a fare continui gavettoni. Le strade sono completamente bagnate e i birmani si spruzzano con l’ausilio di pompe, idranti e vasche piene d’acqua. Che sia a piedi, in scooter o nei camioncini, la gente è completamente zuppa e molti ballano a suon di musica sotto l’acqua che gli arriva a destra e sinistra. Arrivati in albergo cadiamo collassati tra le braccia di Morfeo.

Giorno 3: Il tour inizia oggi, siamo sfortunati per i primi due giorni perché ha sempre piovuto. La prima visita è a Mingun fuori Mandalay. Per raggiungerla prendiamo il traghetto (5,50$ a testa) e attraversiamo il fiume Irrawaddy che bagna le due sponde. L’ingresso costa 5000k ma oggi è l’ultima giornata della festa dell’acqua ed è gratuito. Proseguendo a piedi incontriamo la Pagoda Pa Htoe Taw Gyi che subì gravi danni a seguito di un terremoto e che sarebbe stata la più grande pagoda al mondo. Passiamo velocemente dal Mingun Sayadaw Memorial ove trovate la statua di un monaco che entrò nel guinness dei primati per aver recitato a memoria 16 mila pagine del Tripitaka. Ci dirigiamo a nord per visitare la Mingun Bell la seconda campana più larga al mondo con i suoi 90kg di peso. Incontriamo i primi volti birmani, stupendi, e tra una casa in bambù e un sorriso raggiungiamo la Pagoda Hsinbyume (5000k) tinta completamente di bianco e modellata in maniera da rappresentare il monte mitologico Meru.
Riprendiamo il traghetto per tornare a Mandalay e visitare il bellissimo Monastero Shwe in Bin Kyaung del 1895 costruito interamente in teak ed elegantemente intagliato. Poco distante da qui, entriamo nel Tempio Mahamuni, uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio del Myanmar, all’interno del quale è presente un grande Buddha seduto. I fedeli venerano la statua esternamente e solo gli uomini possono entrare nella pagoda per attaccare le tipiche sottilissime foglie dorate sul Buddha.
Ci spostiamo a nord della città per visitare la Pagoda Kuthodaw composta da tantissimi piccoli stupa bianchi contenenti pagine in pietra del Canone buddista. Infine saliamo sulla Mandalay Hill (1000k) per entrare nel Tempio Pa Htoe Taw Gyi pieno di statue di Nat e che offre una bella vista sulla città.

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Giorno 4: Questa giornata è dedicata alla visita delle antiche capitali reali della Birmania: Amarapura, Ava e Sagaing. Iniziamo da Amarapura dal Monastero Maha Gandaryon per vedere il rito della colazione dei monaci buddisti. Ci rechiamo verso le 9.30 per poter vedere come preparano la colazione in grossi pentoloni dove bollono il riso e cucinano le verdure. Tra le 10.00 e le 10.15 ci spostiamo esternamente alle sale con i tavoli apparecchiati e adibiti per la colazione e pian piano iniziano ad accodarsi più di 700 monaci birmani studenti che si mettono in fila per prendere una ciotola di riso e il resto della colazione, per poi andare in giro per la città a chiedere offerte. Questo rito della colazione è molto coinvolgente, interessante ed imperdibile.
Ci spostiamo successivamente a Sagaing. Poiché la strada è stretta e in salita, ci fanno prendere un pick-up (5000k) per raggiungere le Cave di U Min Thonze famose per il colonnato a forma di mezzaluna di 45 immagini di Buddha. Inoltre, salendo in cima, si gode di una bella vista sul paesaggio con gli alberi di frangipani in fiore in primo piano e le pagode moderne sparse tra la vegetazione.
Ultima capitale, Ava (o Inwa). Dalla strada che proviene da Mandalay, attraversiamo nuovamente il fiume grazie ad un motoscafo (1400k). Il giro per la città, invece, si va a bordo di calessi trainati da cavalli (giro completo per 10000k) su strade fangose vista la pioggia. Il giro è molto interessante in quanto vediamo il Monastero Bagaya (10000k) costruito su un’alta palafitta; la Pagoda Yadana Hsemee in rovina ma suggestiva con le 4 state di Buddha; il Tempio di Maha Aungmye Bonzan (10000k) di colore giallo ma corroso dal sole, molto suggestivo e la Nanmyin Tower denominata la torre di Pisa birmana a seguito della pericolosa inclinazione assunta dopo un terremoto.
Infine, torniamo ad Amarapura per ammirare il famoso Ponte U Bain, il più lungo ponte in teak al mondo. E’ bellissimo vedere come sia pieno di birmani che lo attraversano. Qui attendiamo il tramonto e poi torniamo in albergo.

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Giorno 5: Lasciamo Mandalay per arrivare al sito più importante del Myanmar, il Regno di Bagan (ingresso 25000k). Iniziamo la visita di alcuni templi, partendo dal Htilominlo in mattoni rossi, qui vediamo le prime 2 donne Padaung, le mitiche donne giraffa, intente a farsi fotografare e a tessere la tela. In seguito ci rechiamo al Tempio di Ananda molto alto con all’interno 4 Buddha dorati. Come ultimo tempio entriamo al Gu Byauk Gyi chiamato anche, la stele di Rosetta della Birmania in quanto conserva due pilastri con le iscrizioni in 4 lingue dell’antica Asia. La giornata si conclude con il tramonto mozzafiato presso la Pagoda Shwesandaw. Gli scatti si ripetono per cercare la luce migliore ed è bellissimo ammirare il paesaggio percependo il benché minimo cambiamento di luce sulle migliaia di pagode sparse per la valle. Un peccato però che non ci siano le mongolfiere, che, per via della fine della stagione secca, evitano di far partire per vento e perturbazioni che potrebbero manifestarsi.

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Giorno 6: Ci svegliamo che è ancora buio per essere già alle 5.25 sulla Pagoda Bu Lel Thi per aspettare la tanto attesa alba. Considero l’alba molto più interessante e anche più difficile da ottenere rispetto al tramonto. E’ emozionante vedere il cielo e il paesaggio mutarsi e prender vita istante dopo istante. Il sole è una palla infuocata che colora le nuvole di rosso fino a schiarire la vegetazione, i templi e le pagode. Dopo cotanta bellezza, torniamo in albergo per una abbondante e meritata colazione e poi di nuovo in giro per il regno. Questa volta visitiamo la Pagoda Shwezigon veramente molto bella con la base quadrata e il suo stupa dorato circolare che brilla alla luce del sole. E’ circondata da stupa più piccoli ed è stata completata nel 1102. In seguito, ci dirigiamo al Tempio Thatbyinnuyu il più alto dell’intera zona (61 metri) e di colore bianco. Prima di tornare in albergo per qualche ora di relax andiamo alla Pagoda Dhammayan Gyi di mattoni rossi. Ai piedi della pagoda vendono una serie infinita di marionette colorate appese sui rami degli alberi per esporle, suggestivo.
Per staccare un po dai templi, entriamo nel Villaggio Minnanthu composto da case fatte in legno e con pareti in bambù. Le persone, per lo più anziane, tessono la tela, coltivano e fumano il sigaro per passare il tempo. Scattiamo qualche foto in giro per la valle alle varie pagode disseminate lungo il tragitto e infine andiamo al Tempio 863 per il secondo tramonto della vacanza. Che dire, cambiando le prospettive dei templi, lo spettacolo non cambia. Dopo il crepuscolo torniamo esausti, ma soddisfatti in albergo.

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Giorno 7: Lasciamo Bagan per dirigerci verso Pindaya. Maciniamo 320km con unica sosta degna di nota, il Monte Popa. Lungo i suoi pendii è presente una roccia alta ove erge il monastero Taung Kalat. Per raggiungerlo bisogna salire i 777 scalini a piedi nudi, tra scimmie avide ci cibo e tra pellegrini birmani che voglio fare foto con te ogni 5 minuti. Non date molto retta alle scimmie perché sono imprevedibili e potrebbero irritarsi e aggrapparsi a voi. Evitate anche di portare cibo con voi perché si possono avventare. Per fortuna i locali lanciano loro in continuazione del cibo per tenerle a bada e anche un po’ per divertimento. Arriviamo a Pindaya (ingresso 5$) per sistemarci in albergo e cenare vicino al lago.

Giorno 8: A Pindaya è famosa la grotta Shwe Oo Min Cave (3000k) con al suo interno più di 9000 statue di Buddha in teak, marmo e altri materiali, quasi tutte colorate d’oro, di varie dimensioni e collocate in ogni pertugio della grotta. I devoti sono molto sorridenti e ci riempiono di sorrisi, forse perché siamo gli unici turisti! Un vantaggio di essere andati ad Aprile è che non ci sono molti occidentali.
Lasciata Pindaya, ci dirigiamo a sud verso le Pagode di Kakku (ingresso 3$ + 10$ di guida shan obbligatoria). I 2700 stupa rendono questo posto labirintico e unico. Che meraviglia vedere la gente shan con i vestiti tipici e turbanti colarti in testa che girano per gli stupa che si ripetono all’infinito. Prima di andare in albergo a Nyaungshwe, rimaniamo nella periferia della cittadina per dare un’occhiata al Monastero Shwe Yan Pyay che ha come caratteristica le finestre ovali. All’interno ci sono parecchi gatti e i ragazzini monaci studiano le preghiere a voce alta. Per cena, se siete stanchi di mangiare asiatico o non vi piace, dovete assolutamente andare al ristorante Golden Kite. Un italiano in passato insegnò ai ristoratori come fare la pasta fresca in casa (fettuccine e gnocchi) e come fare il ragù e il pesto!!! Sono autentici!

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Giorno 9: Da Nyaungshwe siamo vicini al porticciolo per la gita sul Lago Inle (ingresso 10$). L’escursione di un’intera giornata costa 22$ a barca e ospita massimo 5 persone a bordo. La gita è interessantissima in quanto vediamo tantissimi pescatori che usano ancora oggi un metodo antico per pagaiare con una gamba in modo da avere le mani libere per pescare con le reti. Ci fermiamo al Monastero Nga Phe Kyaung detto anche il monastero dei gatti saltanti, famoso per via dei monaci che nei momenti di pausa dalla meditazione hanno insegnato ai gatti a saltare all’interno di cerchi. Purtroppo quando siamo arrivati noi, stavano meditando… La parte più interessante della vita sul lago, sono le coltivazioni galleggianti dove ancora oggi i villaggi coltivano frutta e ortaggi su questi terreni che galleggiano in acqua, facili da spostare e senza la necessità di innaffiare. Visitiamo la Pagoda Phaung Daw Oo contenente 5 statuette di Buddha ricoperte di foglie d’oro dai fedeli. Le immagini non sono più riconoscibili per via delle continue applicazioni dei foglietti dorati.

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Risalendo un affluente del lago, arriviamo alla Pagoda Shwe Inn Dein che è letteralmente un tripudio di stupa del XVII sec. dorati, bianchi, argilla, grigi, in rovina e restaurati che brillano con cotanto sole. La pagoda si raggiunge dal fiume risalendo un lungo colonnato coperto pieno di banchetti che vendono souvenir. Sul lago ci sono parecchi negozi che accettano carta di credito e commerciano  a prezzi elevati, ma di ottima fattura, gioielli, tessuti, souvenir e argenteria varia. Tra un negozio e l’altro vi porteranno anche a far visita alle donne Padaung. Noi ne abbiamo trovate 3: due anziane e una giovane. Le donne più grandi hanno ovviamente collari più alti… Spettacolari! Come ultima tappa del lago andiamo al Villaggio Nampan che è composto da palafitte molto alte per fronteggiare il livello dell’acqua in aumento durante la stagione monsonica. E’ incredibile vedere come vivono queste persone che al posto delle strade hanno specchi d’acqua che solcano con barchette a motore o a remi e pagaie.

Giorno 10: Andiamo al piccolo aeroporto di Heho per lasciare il centro del paese e giungere alla nostra ultima tappa: Yangon. Il bus che ci passa a prendere ci fa fare un giro vicino al lago Inya e alla Casa di Aung San Suu Kyi la mitica The Lady, premio Nobel per la Pace 1991. Lasciate le valigie in albergo, andiamo al famoso Mercato Bogyoke Aung San della città che in realtà, personalmente parlando, mi ha lasciato un po’ deluso. I prezzi per fortuna non sono gonfiati e la qualità dei prodotti è buona, nonostante le orde di turisti che lo assalgono, quindi fare acquisti qui non è una cattiva idea. Accanto al mercato hanno costruito un centro commerciale iper moderno che ha fatto perdere il fascino al mercato vecchio. Yangon (ex Rangoon) è una città completamente diversa dalle altre, è molto più moderna e occidentalizzata e fa rabbia vedere come sia cambiata. Spero rimanga l’unica città del Myanmar ad aver preso le connotazioni tipiche occidentali.
L’attrazione più interessante e immancabile di Yangon è la Pagoda Shwedagon (8000k), composta da 22.000 lingotti d’oro e alta 99 metri. La guglia a campana espone 5448 diamanti, 2317 rubini, 1065 campane d’oro e zaffiri e un grosso diamante da 76 carati!
“La vita non è bianco e nero… È oro” diceva una famosa pubblicità. La luce del pomeriggio fa splendere la pagoda e la rende ancora più brillante di quanto non lo fosse. Attendiamo qui fino al tramonto per qualche bello scatto e per vedere lo stupa illuminato di notte che fa contrasto col cielo notturno.

Giorno 11: E’ arrivato il giorno della partenza, ma siccome partiamo di pomeriggio, abbiamo il tempo per le ultime visite. Il bus ci porta prima alla Pagoda Sule con il vicino Municipio e Monumento all’Indipendenza e successivamente alla tomba di Bahadur Shah II l’ultimo imperatore della dinastia Mogul che ha regnato durante la dominazione islamica in India e morto in esilio a Yangon. In seguito, andiamo alla Chaukhtatgyi Paya ove ubicato uno dei più lunghi Buddha distesi della nazione (67 metri), un Buddha nuovo e abbastanza chic. In un quadro potrete notare la foto del vecchio Buddha disteso che era molto più interessante della versione moderna. Fu distrutto per fare posto a questo nuovo…
Torniamo in albergo per chiudere la valigia, fare una doccia e partire. Sulla strada verso l’aeroporto ci fermiamo qualche minuto alla casa degli elefanti albini. Uno spettacolo tristissimo in quanto ci sono 3 elefanti bianchi legati con una catena di un metro e posti sotto un tetto costretti a fare avanti e indietro. Tutto questo per il semplice fatto che gli elefanti bianchi sono considerati porta fortuna… Il viaggio termina qui si va in aeroporto.

Giorno 12: Arrivati in Kuwait abbiamo parecchie ore di attesa per lo scalo, decidiamo di andare all’uscita per compilare il modulo del visto di ingresso per fare un giro di qualche ora a Kuwait City, ma ci dicono che è necessario restare in città almeno 24 ore… Amareggiati attendiamo l’ultimo volo e torniamo in Italia. Minglaba Myanmar e Jay zu beh!

Conclusioni: La Birmania si è rivelata essere una terra magica, accogliente e ricca di bellezze mozzafiato. La magnifica gente ne fa da cornice, i luoghi incantati fanno rimanere vivide le emozioni dentro di te per lungo tempo. Per chi va in Myanmar è preferibile restare una 15ina di giorni e magari aggiungere anche la città di Bago per arrivare fino alla Golden Rock oppure raggiungere la valle di Mogok più a nord. Noi siamo andati ad Aprile e abbiamo visto così il capodanno birmano, ma se volete a tutti i costi andare in mongolfiera a Bagan, allora vi consiglio di visitare la Birmania nel pieno della stagione secca.


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