🇱🇦 Laos (del nord)

Un breve ma intenso viaggio nel Laos del nord, per capire come vive questa nazione ancora poco battuta dal turismo di massa. Il tour è un continuo incontro di etnie, un susseguirsi di paesaggi lussureggianti tra natura rigogliosa e scenari mozzafiato. I numerosi templi, pagode e stupa del paese ti faranno perdere il conto. Per non parlare di Luang Prabang, la ex capitale, una delle più belle città del sud-est asiatico, ancora intatta e autentica con edifici tipici che conservano lo stile coloniale francese. Ed infine il Mekong, il possente e storico fiume asiatico che dona la vita a una vasta regione compresa tra l’Himalaya e il Mar Cinese Meridionale nel suo tragitto di 4.500 chilometri!

Indice

SCHEDA DI VIAGGIO
Giorni 10 giorni 21/04/23 – 30/04/23
Persone 16 viaggiatori
Compagnia Internazionale: Turkish Airlines Indocina: Thai Smile e Bangkok Airways
Valuta Kip laotiano (KIP) 1€ ≅ 17.000 ₭
Lingua Laotiano Inglese poco parlato
Religioni 65% buddhisti 1,5% cristianesimo 33,5% non pervenuto
Fuso orario +5hh con ora legale italiana +6hh ora solare italiana
Visto 50$ da fare all’arrivo via terra o online: laoevisa.gov.la
Salute Nessuna vaccinazione obbligatoria
Elettricità 230V A, B (adattatore) o C, E, F
Internet SIM compagnia Unitel WiFi sempre presente in hotel e ristoranti

Periodo e Clima: Durante il viaggio in Laos, ho scoperto che purtroppo non esiste un vero “periodo ideale” per visitare il paese. A me personalmente piace la stagione secca così le piogge e il cielo grigio sono molto poco presenti. Tuttavia, ho constatato a mie spese che nel Laos del nord vige il “taglia e brucia”, il tutto per coltivare le piante del caucciù (prima foto) o altre agricolture. Abbiamo percorso km e km e trovato tutto bruciato. Per via del disboscamento continuo, il clima sta cambiando, lo smog è presente da mesi, tanto da sembrare nebbia, costante tutto il giorno. Quindi mi sento di dire che è meglio andare in Laos subito dopo il periodo delle piogge, prima che inizino i disboscamenti. Se poi non vi turba la pioggia, allora avete tutto l’inverno per poterci andare, state attenti però alle temperature perché in alcune aree scendono parecchio durante questa stagione.

Popolazione e Sicurezza: Il Laos è uno dei paesi più tranquilli e sicuri al mondo. La gentilezza dei laotiani è quasi paragonabile a quella dei thailandesi e birmani; sempre disponibili, calmi e mai alterati. A livello di sicurezza si può stare veramente sereni, anche nelle principali città come Luang Prabang e Vientiane.

Costi: Essendo lo stato più povero dell’Indocina, il Laos è perfetto per il turista che vuole risparmiare. Soprattutto per coloro che hanno tanto tempo da spendere in giro per il mondo e prediligono o hanno la possibilità di intraprendere viaggi lenti e lunghi. Ad esempio, al mercato, puoi trovare un piatto di noodle a 0,60€! Anche i pasti più completi ai ristoranti locali non superano gli 8€. Attenzione però a Luang Prabang dove molti ristoranti sono più sostenuti, ma niente di inarrivabile, e soprattutto, si trovano locali per tutte le tasche. Anche dormire è economico, basti pensare che una camera doppia di livello medio con vista sul fiume è costata a persona 10$! A Luang Prabang che è più costosa, si è pagato 14$ a testa colazione inclusa in un ottimo albergo in pieno centro.
In Laos accettano spesso il pagamento in dollari, ma attenzione, perché le banconote devono essere “perfette”, non devono presentare: macchie, tagli, scritte, piegature ed essere di stampa dal 2009 in poi, pena il rifiuto della moneta.

Trasporti: Non avendo mai preso i mezzi pubblici (ce ne saranno?) non ho da consigliare nè da suggerire spostamenti in bus. L’unica cosa che so per certo è che i treni cinesi che girano in Laos, collegano bene Luang Prabang con le maggiori città. Noi ci siamo spostati con bus privati da 8/9 posti. Alcuni noleggiano gli scooter per brevi spostamenti.

Cibo: La cucina laotiana non è mai stata così famosa, ma, trovandosi a stretto tra Vietnam e Thailandia, non può che somigliare molto a quella della penisola indocinese. Il famoso piatto thailandese, il Phat Thai lo si trova anche in Laos e, se non lo trovate, vi basterà leggere noodles con verdure e/o carne che avrete fatto bingo. La frutta qui è spettacolare, ci sono tantissimi frutti tropicali dolcissimi e ricchi di vitamine. Fanno anche molti succhi e spremute, ottimi e dissetanti.
I piatti tipici invece, sono: il Larb (o Larp, Laarb, Lharp, l’ho trovato scritto in mille modi 🙂 ) consiste in una inslata di carne macinata, a volte anche con pesce. Il Riso è alla base della cucina dell’asia, qui va molto lo Sticky rice (o Khao Niaw) quello sottile e appiccicoso; se invece volete il classico chiedete lo Steamed rice. La Tam Mak Hoong è una insalata di papaya verde, leggera e semplice. Il Mok Pa è un piatto tipico a base di pesce di fiume cucinato al vapore. Infine il Khao Piak Sen, è una zuppa di noodle di riso con carne di maiale o pollo, citronella, galanga, scalogno, aglio, foglie di coriandolo tritate, germogli di soia e fette di lime.
Il cibo da strada va perla maggiore, soprattutto carne e pesce cotti alla brace, verdure, noodle e riso fatti a zuppa. Per quanto riguarda i dolci, essendoci stata la dominazione francese, fortunatamente in città si trovano baguette, croissant, panini farciti e pizze.

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Cosa vedere e visitare: Nella seguente mappa che ho realizzato trovate tutte le tappe con i luoghi e i punti di interesse. Le icone blu rappresentano i mezzi presi, quelle gialle gli alloggi, quelle arancio dove abbiamo mangiato, mentre le icone verdi sono le attrazioni visitate:

PROGRAMMA
Giorno Tratta Mezzi Alloggi Valutazione
Roma -> Istanbul -> Bangkok Aerei
Bangkok -> Chiang Rai Aereo Space Hotel /5
Chiang Rai -> Luang Namtha Minibus 400km Pho Lu III /5
Luang Namtha -> Nong Khiaw Minibus 275km Nam Ou River Lodge /5
Nong Khiaw -> Muang Ngoy Barca Lattana Vongsa G.H. /5
Muang Ngoy -> Nong Khiaw -> Lunag Prabang Minibus 150km Villa Phatana /5
Luang Prabang Minibus
Luang Prabang A piedi
Luang Prabang -> Bangkok Taxi – Metro Gold Airport Suites 4/5
10° Bangkok -> Istanbul -> Roma Aerei

Giorni 1-2-3
Roma -> Chiang Rai -> Luang Namtha

Arrivare in Laos non è facile. In genere si raggiunge da Bangkok con un volo interno o avvicinandosi ad una città thailandese per poi attraversare il confine con i mezzi a terra. Dipende da dove dove si vuole iniziare o finire il tour. Nel 2023 non essendoci un diretto Italia – Bangkok, abbiamo dovuto fare prima scaldo ad Istanbul, poi a Bangkok e infine atterrare a Chiang Rai! Da qui, l’indomani, abbiamo attraversato il confine via terra per entrare dal nord del paese e finire il viaggio a Luang Prabang.

Il pomeriggio del primo giorno lo spendiamo per visitare Chiang Rai, una cittadina thailandese molto gettonata dai turisti, ma che noi troviamo semideserta per la bassa stagione. Visitiamo il piccolo tempio Wat Jed Yod, la torre dell’orologio e il mercato notturno. L’indomani, prima di raggiungere il confine per entrare in Laos, andiamo al famoso Wat Rong Khun (100 ฿|🕔8-17) anche conosciuto come il Tempio Bianco, uno splendido complesso templare caratterizzato da uno stile architettonico unico. A differenza di molti altri templi della Thailandia, con una storia centenaria alle spalle, il Tempio Bianco fu inaugurato soltanto nel 2008. E’ composto da nove edifici, tra cui una Ubosot (Sala dell’Ordinazione), un santuario per la custodia di alcune sacre reliquie, una sala per la meditazione, gli alloggi per la comunità monastica residente ( i Kuti) ed una galleria di arte moderna dedicata al Buddhismo. Il bianco rappresenta la purezza del Buddhismo.

In bus arriviamo al “Thai – Lao Friendship Bridge No.4”, il punto di confine via terra tra le due nazioni. E’ qui che ci fanno il visto per entrare in Laos. Per ottenerlo via terra, servirà una fototessera, il passaporto, compilare un modulo che ti danno loro alla frontiera e pagare 42$. La procedura non porta via troppo tempo e, considerando che siamo in Asia, in circa 30/45 minuti si è ufficialmente in Laos.
Qui ci attende il nostro bus privato che, dopo una lunga tratta, ci porterà nella prima città laotiana: Luang Namtha. Durante il tragitto ci fermiamo per pranzo in un mercato locale per mangiare noodle saltati e frutta tropicale dolcissima e buonissima. Arrivati a Luang Namtha, facciamo un giro per il centro. Non ha nulla di particolare da offrire questa piccola città, ma ne approfittiamo per vedere come vivono i laotiani in un centro abitato più grande dei villaggi. Nel night market si può provare il cibo da strada tipico, tra cui spiedini di carne, frattaglie, insetti, noodle saltati e addirittura crepes dolci.

Giorno 4
Luang Namtha -> Nong Khiaw

Al mattino, saliamo fino allo Stupa Samakkhixay, uno stupa dorato ad ingresso gratuito ubicato su di una collina. Nei pressi di Luang Namtha, andiamo a far visita a piccolo villaggio di Nam Dee, dove le etnie Lanten e Yao realizzano con il bambù un tipo di carta che veniva tradizionalmente usata per registrare antichi testi religiosi e leggende. Questa ruvida pergamena marrone è fatta di polpa di bambù che viene stesa sottile su un enorme foglio di cotone e poi asciugata al sole. Ora è usata per album fotografici, diari e paralumi, alcuni firmati con la dicitura Lanten o Yao. I fogli di carta sono molto grandi e si possono vedere belli tesi e stesi ad asciugare al sole. In questo villaggio la gente veste tipico, soprattutto le donne con indumenti neri e una specie di foulard fucsia o lunghe collane chiare.

Lasciata Luang Namtha, ci spingiamo verso sud e, a metà del tragitto, ci fermiamo a visitare la Pagoda Phu That, anche questa dorata e ubicata su di un colle ove dimora anche un tempio e una torre con un grande tamburo.
Prima di arrivare a Nong Khiaw, ci fermiamo in un altro villaggio vicino Song Cha dove dimorano i Hmong, anche conosciuti come “Miao”. Sono un gruppo etnico asiatico che vive principalmente nelle regioni montane della Cina del sud e nelle regioni del sudest asiatico (Vietnam, Laos, Birmania e Thailandia del Nord). Purtroppo i vestiti tradizionali si stanno perdendo perché la modernità sta prendendo il sopravvento. Tuttavia, alcune persone anziane vestono ancora tipico e li vedi intenti nel lavorare vari tipi di piante tra cui bambù e foglie di palme che utilizzano per realizzare i tetti delle case del villaggio.
Arrivati a Nong Khiaw, ci rilassiamo nel nostro alberghetto vista fiume Nam Ou, un affluente del Mekong.

Giorno 5
Nong Khiaw -> Muang Ngoy

L’indomani, facciamo una ottima colazione vista fiume e foresta pluviale, pronti a partire per una gita in barca che terminerà con il pernottamento nel piccolissimo paesino di Muang Ngoy.
Durante la navigata a bordo di strette e lunghe imbarcazioni, ci fermiamo lungo le sponde del fiume dove sorge il piccolo villaggio di Sop Keng. Da qui partirà un piccolo trekking tra la natura laotiana e le coltivazioni di riso, circondati da monti verdi. Il trekking prevede un bagno nelle cascate di Tad Mook e una sosta con pranzo al sacco in una piccola azienda agricola biologica a conduzione locale, molto carina.

Nel primo pomeriggio arriviamo dunque a Muang Ngoy, un bellissimo paesino con poche anime, composto da un porticciolo per barchette di legno, una strada polverosa principale e alcune casette; il tutto circondato dai monti che ne fanno da sfondo e il fiume Nam Ou che ne fa da cornice. Lasciati i bagagli, ci muoviamo a piedi direzione panorama ubicato vicino al paesino. Lungo il sentiero c’è anche una grotta con all’interno alcune statuette di Buddha in legno molto piccole. La grotta è abbastanza profonda e serve una torcia o il led del cellulare, ma le statuette non sono un granché. L’unico vantaggio di entrare in questra grotta è il fresco che si trova all’interno rispetto al caldo torrido dell’esterno.
Terminato il sentiero, si giunge al panorama Phanoi da dove si può ammirare una bellissima vista di Muang Ngoy abbracciato dal fiume Nam Ou e collocato tra i monti circostanti.
Tornati al paesino ci aspetta un bel bagno fresco nel fiume e un giro tra i negozietti.

Giorno 6
Muang Ngoy -> Luang Prabang

Lasciamo Muang Ngoy a bordo delle nostre barchette, riprendiamo i bagagli da Nong Khiaw e ci dirigiamo in bus verso Luang Prabang, la vecchia capitale. Ma, prima di arrivare in città, lungo la strada facciamo due soste per visite:

Grotta Pak Ou (o Tham Ting | 33.000 ₭): una grotta naturale ubicata su una scogliera di montagna che si trova sulla riva del fiume Mekong, di fronte al villaggio di Pak Ou e dove il fiume Ou sfocia nel fiume Mekong. È un importante e famoso sito turistico nazionale. All’interno ci sono più di 4.000 statuette di legno intagliate di Buddha e un santuario per meditare. Il primo utilizzo delle grotte per scopi religiosi, risale all’epoca in cui la popolazione locale adorava i Phi, ovvero gli spiriti della natura. Si dice che le grotte siano associate a uno spirito fluviale.

Ban Xang Hai: un piccolo villaggio famoso per il whisky chiamato “Lao-Lao”, un liquore di riso laotiano divenuto bevanda nazionale. Vari lao-lao aromatizzati, vengono prodotti facendo macerare additivi come miele, scorpioni o serpenti. È tradizione servire due bicchieri di lao-lao in cerimonie, feste e altre situazioni simili. Di solito ci si aspetta che la bevanda venga bevuta in un solo sorso.

Di lì a poco arriviamo a Luang Prabang, una delle città più belle e caratteristiche del sud-est asiatico. Si sviluppa tra le rive del grande Mekong e un suo affluente, il Nam Khan. Ne approfittiamo del tempo libero che ci è rimasto per fare un primo giro a piedi della città. Luang Prabang deriva dalle parole Luang = Lungo, Pra = Buddha e Bang = eretto, quindi Lungo Buddha Eretto. In serata apre il Night Market sulla strada principale che costeggia il Palazzo Reale. E’ un mercato molto turistico, dove si può trovare qualcosa di tipico, anche se la maggior parte delle cose sono cineserie.

Giorno 7
Luang Prabang

Durante questa giornata visitiamo i dintorni di Luang Prabang.
Come prima tappa andiamo a Naouane un villaggio di etnia Hmong. Le 3 etnie principali in Laos sono:
Khmu: provenienti dalla Cambogia, erano quindi i khmer cambogiani. Vivono in palafitte alte 1 metro dal suolo così da evitare l’umidità nei giorni di pioggia.
Hmong: originari della Cina. Vivono più in altura e le loro case poggiano al suolo.
Lao: provenienti dalla Thailandia. Vivono in palafitte più alte (2 metri) per evitare l’acqua dei fiumi in piena nella stagione delle piogge.
Le prime due etnie hanno solo la lingua e non la scrittura che è andata persa. Scrivono tutti in laotiano. Ogni etnia si ramifica in altre sotto etnie, questi sono i Hmong blu. In questo villaggio suonano anche lo strumento musicale nazionale chiamato Khen, un organo a bocca dai lunghi tubi di bambù.

La seconda tappa riguarda il Luang Prabang Elephant Camp, ad ingresso gratuito, ma si paga solo la frutta che si da agli elefanti. E’ un santuario degli elefanti asiatici, dove vengono allevati e cresciuti. Peccato che per via dell’uomo siano costretti a vivere in cattività.

L’ultima tappa della giornata riguarda le Cascate Kwangsi (o Kuang Si | 25.000 ₭), un bellissimo parco naturale con varie cascatelle collinari a più livelli che si riversano in piccole piscine accessibili tramite passerelle e ponti in legno. La conformazione calcarea fornisce alle piscine naturali un colore verdeacqua molto suggestivo. Qui è possibile fare il bagno, quindi è consigliabile portare il costume da bagno. Nel parco, c’è anche una sezione dedicata al recupero dell’orso tibetano (o orso nero asiatico, o orso della luna).

Giorno 8
Luang Prabang

Una delle attività cui assistere a Luang Prabang è la cerimonia delle offerte dei monaci buddisti. Poco dopo l’alba, i monaci escono in fila indiana dai monasteri per raccogliere le offerte, che consistono di solito in riso, frutta e biscotti. Un’attività così semplice, ma affascinante e da non perdere in Laos.
Dopo la levataccia, torniamo in albergo per riposare e successivamente usciamo per far visita della città. Inziamo con la scalinata che porta al tempio sulla collina, Phou Si (20.000 ₭) da questa vetta è possibile godere di una bella vista di Luang Prabang e della natura circostante ed è popolare per ammirare il tramonto.

Scendendo dal colle, ci si può dirigere al vicino Palazzo Reale (30.000 ₭ |🕔8-11.30 e 13.30-16 | sito web). Attualmente è un museo di storia locale in una ex dimora reale, con giardini ed elementi architettonici decorativi. All’interno del palazzo troverete anche una interessante zona dedicata ai mezzi reali, dai portantini, alle carrozze fino ad arivare alle ultime auto utilizzate. Nell’area museale ci sono anche un tempio e un teatro dove è possibile assistere in serata e a pagamento, ad uno spettacolo con musiche e vestiti tipici.

Nel pomeriggio giriamo per Luang Prabang e visitiamo alcuni templi, tra cui:
– il Wat Mai Souvannapoumaram (20.000 ₭) al cui interno troviamo tantissime offerte fatte dai fedeli. Da non perdere l’albero della vita posto esternamente nel retro di una delle pareti delle sale di preghiera;
– il Wat Xieng Thong (20.000 ₭), un complesso di templi buddisti con diversi santuari riccamente decorati, sale di preghiera e giardini.

Infine, per concludere la giornata, decidiamo di prendere una barca privata per due ore, in modo da assistere al tramonto sul Mekong.

Giorni 9-10
Luang Prabang -> Bangkok -> Roma

L’ultima mattina a Luang Prabang ci consente di fare un giro per il Mercato Mattutino, un mercato locale che si estende tra le stradine vicine al Palazzo Reale e dove si vendono specialmente pietanze locali, frutta, verdura, carne (anche pipistrelli e roditori) e pesce. Abbiamo tempo per un ultimo tempio, il Wat Wisunarat (10.000 ₭), un tempio moderno che però presenta al suo interno alcuni affreschi significativi.

Nel primo pomeriggio abbiamo l’aereo per Bangkok. Anche qui sfruttiamo le poche ore del tardo pomeriggio e della sera, per fare un giro in centro città, decidendo di fare un giro in battello sul fiume Chao Phraya, partendo dalla banchina di Sathorn e scendendo a quella di Phra Arthit. Durante il tragitto si possono vedere alcuni grattacieli, ponti, il tempio Wat Arun e il Palazzo Reale. Scendendo a Phra Arthit invece, abbiamo modo di fare due passi nel centro di Bangkok, la via Khaosan, piena di vita e di locali dove cenare.
Torniamo in albergo e il mattino seguente abbiamo il volo per l’Italia.

Khob Chai Lao!

Conclusioni: Come detto precedentemente, il periodo migliore probabilmente è non appena finisce il periodo delle piogge. Il viaggio di 10 giorni non è certamente sufficiente per vedere tutto il paese, perciò ci siamo limitati a visitare il nord, anche perché per raggiungere il Laos, un paio di giorni (se non tre), se ne vanno per entrare e uscire dal paese. Rispetto alle tappe del tour che ho descritto in questo articolo, consiglierei di evitare di andare fin su a Luang Namtha, ma di prediligere il centro del Laos. Col senno di poi quindi migliorerei il mio tour in questo modo: volo da Bangokok per Vientiane -> spostamento per Vang Vieng -> Piana delle Giare -> Luang Prabang -> Nong Khiaw -> Muang Ngoy e ritorno da Luang Prabang con volo per Bangkok e rientro in Italia. Se si hanno più giorni a disposizione si può ovviamente visitare tutto il sud del paese.

Bucovina
Laos

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